Così come pensiamo che dipingere una superficie con l’aerografo dia risultati migliori rispetto al dipingerla con il pennello, anche nella creazione di un camuffamento definito – che non vuol dire sfumato- è molto meglio utilizzare un aerografo. Il grande vantaggio dell’ aerografo è la sua rifinitura , molto più omogenea e precisa, e la velocità di esecuzione , con un paio di passaggi di aerografo puoi dipingere una superfice. Con il pennello sarebbe necessario qualche passaggio in più e sempre con il rischio di lasciare la scia delle setole o coprire un’area con più vernice rispetto a un’altra. Lo svantaggio dell’aerografo è la sua noiosa pulizia ogni volta che viene utilizzato, tuttavia compensa il tempo investito.

Fino ad ora, per ‘mascherare’, cioè coprire un’area per proteggerla dalla vernice, ero solito usare il nastro adesivo come sostituto economico dei nastri professionali che vendono. Nell’articolo su  come dipingere una casa nel Far West, menziono questo metodo. Tuttavia, il nastro adesivo ha un handicap importante: è utile solo per i tratti lineari (anche se possiamo ritagliarlo per ottenere certe forme) e per le superfici lisce. Tuttavia, le occasioni in cui entrambi i fattori si presentano sono poche, perché quando la superficie consente tratti lineari, presenta diverse sporgenze, o viceversa, impedendone l’uso. Uno di questi casi è la tipica mimetizzazione ondulata dei veicoli francesi della Seconda Guerra Mondiale, come il Char B1-bis della Forged in Battle che è il modello scelto per illustrare questo tutorial. Se si nota,  il veicolo presenta alcune sporgenze sotto forma di rivetti, botole, ecc. e questo ci porta a ‘scartare’ il nastro adesivo. Invece, userò l’adesivo Blu-Tack (è come se dicessi ‘Danone’ riferendosi a uno yogurt, ma non conosco il suo nome tecnico). È importante distinguere questo adesivo dalla plastilina. Quest’ultima non la si dovrebbe usare nelle nostre figure per due motivi: contiene molto grasso (e quindi, lascia segni) e soprattutto richiede tanta pazienza nel rimuoverla una volta messa. Diversamente, il Blu-Tack non lascia alcun segno e viene rimosso facilmente, come dimostrerò tra poco.

Per cominciare, dobbiamo considerare come e quali colori sarà il nostro camuffamento. Nel mio caso userò solo due: giallo (XF-60 giallo scuro) e verde (XF-58 verde oliva). Tuttavia, i veicoli francesi, come successivamente quelli tedeschi, solitamente avevano un camuffamento a ‘tre tonalità’ con giallo, marrone e verde. In secondo luogo, lo schema del camuffamento consiste in tratti alternati di ogni colore, ondulati. Orizzontali sui pannelli laterali e verticali sul telaio. Tuttavia, la Somua che accompagna il modello principale nella foto iniziale presenta un camouflage basato sui tre colori, tutti disposti in tratti verticali.

Tenendo conto di questo, cominciamo col dipingere il colore principale. In realtà, il primo colore che applicheremo, in questo caso, sarà indifferente, poiché si usano due o tre colori e tutti occupano la stessa superficie. Quindi non c’è un colore predominante. Tuttavia, quando una mimetizzazione a ‘tre colori’ viene dipinta su un veicolo tedesco, il colore iniziale sarà il giallo, poiché il marrone e il verde vengono solitamente applicati in proporzione minore. Nel mio caso ho utilizzato il verde oliva, che ho anche lumeggiato (aggiungendo giallo) e ombreggiato (con il nero). Una volta asciutto, inizia il lavoro di ‘mascheratura’ . Per fare questo, prendiamo pezzi di Blu-tack e li modelliamo con le mani applicandoli dove serve in base al nostro schema di camuffamento. Tieni presente che ciò che copriamo non sarà dipinto! (È facile confondersi e ritenere che ciò che abbiamo lasciato scoperto é ciò che sarà protetto, rovinando così un’area che non ci interessava. E’ la voce dell’esperienza che parla). Applicato il Blue-tack dove ci interessava, utilizzando il manico del pennello, o un altro utensile simile, ‘modelliamoli’ in modo che si adattino alle sporgenze, oltre che a dargli forme ondulate, a seconda della direzione e della pressione con cui ‘lavoriamo’ con il manico del  pennello. Non disperare. Anche se è un lavoro noioso ne vale la pena.

Una volta ‘mascherato’ correttamente il veicolo, useremo un secondo colore che applicheremo generosamente sull’intero modello, senza timore di rovinare nulla. Nel mio caso, il secondo colore era il giallo, che ho lumeggiato (aggiungendo bianco) e ombreggiato (con marrone scuro). Questo particolare della ‘luce’ e ‘ombra’ da applicare in ogni colore del camuffamento, indipendentemente, è un altro vantaggio importante dell’utilizzare questa tecnica, perché in questa scala, non ci sarebbe modo di farlo, usando l’aerografo, senza danneggiare le aree adiacenti. Se vogliamo usare un terzo colore , senza rimuovere il Blu-Tack già messo, applichiamo delle nuove ‘mascherature’. Se vogliamo fare questo, è importante lasciare abbastanza spazio quando applichiamo il primo mascheramento, altrimenti possiamo esaurire lo spazio (oppure scoprire che è insufficiente). Ad esempio, lo spazio che ho lasciato nel Char B1-bis sarebbe insufficiente per rendere lo schema a ‘tre colori’ che il Somua presenta, poiché l’idea è che tutti i colori occupino la stessa superficie.

Poi arriva la parte più divertente, almeno per me ossia lo ‘smascheramento’ . Per questo prendiamo un po’ di Blu-Tack utilizziamolo per strappare via vigorosamente le ‘coperture’ che abbiamo applicato. Se ne è rimasto, applichiamo del nastro adesivo e lo rimuoviamo. Questo con la plastilina non può essere fatto! Per completare, avrei bisogno lavorare un pò con oli e acrilici per finire il veicolo. Inoltre, come dipingere i cingoli viene spiegato in questo tutorial, e successivamente utilizzo un pennello a punta piatta per ripulire le aree più sporgenti dai pigmenti.

Special thanks to Luigi Sabino from the Modelstorming association (Villa Raspa di Spoltore, PE; Italy) for this Italian translation.

 

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